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Come ogni anno, nei periodi prossimi ed immediatamente successivi alla Vendemmia, la rete si riempie di numeri e percentuali basate su similitudini con uno storico disponibile ma non più capace oramai a fungere da soggetto paragone valido ad una, per quanto minima, previsione. Ma quali quelle corrette? Come è possibile comprendere quale sarà il reale andamento stagionale?
I cambiamenti climatici, non possiamo più nasconderlo, con le relative trasversalità meteorologiche di tipo tropicale sono sempre più determinanti sia su qualità che la quantità, tanto da portare le associazioni che da decenni si occupano di stimare l'andamento stagionale come Assoenologi a divulgare stime solo nei primi giorni di settembre, con numeri assoluti, che per il 2016 è riassunto in una previsione di un -5% sulla quantità a livello Nazionale ma che per il Veneto mostra un +2% atteso.
La vendemmia Veneta 2016 viene definita da fonti ISMEA come "abbastanza composita"; lo sviluppo vegetativo è risultato mediamente buono in tutte le sue fasi anche se il clima ha riservato qualche insidia diversamente nei singoli territori Regionali: la primavera è stata caratterizzata da temperature miti, a determinare un germogliamento precoce della vite e con un maggio e giugno molto piovosi durante i qualisi si è perso l'anticipo fenologico. Il risultato di ciò, è evidente, una stagione che ha mostrato più di una difficoltà proprio in alcuni momenti particolarmente delicati: l'umidità di lugio ha creato non poche preoccupazioni per l'insorgere di fitopatie (peronospora in primis) i cui effetti sono stati contenuti dalla prontezza degli interventi messi in atto dai viticoltori anche grazie al supporto dei gruppi di lavoro in capo ai Consorzi.
Il leggero segno positivo anticipato, stimato rispetto alla produzione dello scorso anno, è dovuto quindi ad un mix di fattori stagionali come la stanziale stabilità dell'areale Soave ma anche strutturali come l'entrata in piena produzione dei nuovi impianti di uve bianche, come nell'areale del Prosecco e per la produzione di uve destinate al Pinot Grigio. Questo fattore ha tra l'altro permesso di neutralizzare la perdita di produzione delle varietà rosse dovuta sia alla riduzione progressiva di ettaro, sia all'incidenza della peronospora; sul fronte quantitativo invece le attese da parte dei produttori sono a tutt'oggi molto alte.
2011/2015 |
2015 |
% prevista rispetto media ultimi 5 anni |
media ettolitri 2016 |
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Veneto | 8.722.000 | 9.733.000 | +6% | 9.250.000 |
In Veneto sono complessivamente attive circa 31.150 aziende per 80 mila ettari di superficie produttiva per una media aziendale di circa 2,54 ettari ciascuna a rendere chiara immagine di una etoregeneità che non può non essere un valore per una Regione che con circa 9,3 milioni di ettolitri di vino si conferma prima Italiana per produzione seguita da Puglia (8,7) ed Emilia Romagna (8,1) a rappresentare il 53% della produzione di tutto il vino Italiano.