Il Bardolino è figlio delle colline moreniche della sponda orientale del Garda, formate dai ghiacciai che modellarono il bacino lacustre in epoche lontanissime, lasciando evidente traccia di sé in una serie di rilievi, affacciati verso il lago, dotati di suoli estremamente variabili (basti pensare che la zonazione, voluta dal Consorzio di tutela, ne ha individuato più di sessanta tipologie diverse), spesso ghiaiosi. Qui da lunghissimo tempo hanno patria elettiva alcuni vitigni tipici del territorio veronese, in primis la Corvina veronese, oppure la Rondinella o la Molinara ed altri ancora. La felice combinazione dei suoli morenici, dei vitigni e di un clima particolarmente mite, peraltro caratterizzato da buone escursioni termiche fra il giorno e la notte, dona vini che, sia nella tradizionale versione in rosso, sia nella tipologia rosata del Chiaretto, si caratterizzano per una considerevole piacevolezza ed immediatezza di beva. L’area di produzione comprende per intero il territorio dei comuni di Garda, Bardolino, Affi, Cavaion Veronese, Pastrengo, L a z i se, Castelnuovo del Garda, e in parte quello di Torri del Benaco, Costermano, Caprino Veronese, Rivoli Veronese, Bussolengo, Sona, Peschiera del Garda, Sommacampagna, Valeggio sul Mincio. L’uso della specificazione aggiuntiva Classico è riservata al vino prodotto dalle uve raccolte e vinificate nell’interno della zona di origine più antica. Costituito nel 1969, cioè appena un anno dopo l’adozione della D.O.C. per il vino Bardolino (datata 28 maggio 1968), il Consorzio di tutela del Bardolino è stato tra i primi Consorzi vinicoli attivi in Italia.
Nonostante la diversa impostazione produttiva, avendo come identica matrice le stesse uve (Corvina e Rondinella soprattutto), il Bardolino e il Chiaretto hanno caratteristiche comuni nella fragranza fruttata e nella leggera speziatura che li rende giustamente apprezzati per la loro spiccata versatilità in cucina e per la loro considerevole piacevolezza di beva.
Il Bardolino è di un colore rosso rubino brillate, dai profumi delicatamente fruttati e fragranti, con note di ciliegia, marasca, fragola, lampone, ribes, mora ed eleganti accenni di spezie (cannella, chiodo di garofano, pepe nero). Il gusto è asciutto, morbido, caratterizzato dalle medesime sensazioni di frutta rossa croccante e di piccolo frutto percepite all’olfatto, speziato, dotato di equilibrio, freschezza e considerevole bevibilità.
Il Chiaretto è la versione rosata del Bardolino: a partire dalla vendemmia 2014, i vignaioli della sponda Veneta del Lago di Garda hanno attuato quella che è stata definita una “Rivoluzione Rosé”, che ha portato ad individuare un nuovo stile di Chiaretto, caratterizzato da un colore Rosa molto tenue e dalla presenza di profumi di agrumi e di fiori. Di fatto, sono state applicate al Chiaretto le tecniche produttive in uso a latitudini maggiori rispetto a quella mediterranea, arrivando a ricavare quasi dei “blanc de noir”, e cioè dei vini "quasi bianchi" ottenuti da uve rosse, quali sono la Corvina Veronese e la Rondinella.
Le macerazioni delle bucce col mosto sono state molto brevi e sono avvenute a basse temperature per ottenere colori molto chiari, con tonalità che ricordano il litchie e sviluppare al massimo dei profumi connotati dalla presenza dei fiori, delle erbe officinali (e della clorofilla) e degli agrumi (arancia, kumquat, mandarino ma anche albicocca e ribes) caratteristica, quest’ultima, che è tipica in particolare della Corvina Veronese coltivata sulle rive del lago di Garda. Immutata rimane invece la tipica freschezza quasi salina dei vini rosati della riviera gardesana con una pienezza al palato che rilascia succose sensazioni di agrumi e di piccolo frutto rosso unite da una invidiabile freschezza giovanile. Si tratta, nel complesso, di un quadro organolettico che, nel mentre conferma il carattere fortemente territoriale del Chiaretto, strettamente legato alla riviera e alle colline del Garda, mira con decisione ad aprire nuovi mercati, quali la Scandinavia e gli Stati Uniti sia nella versione ferma che in quella spumante.
Per le loro caratteristiche, il Chiaretto e il Bardolino, vini estremamente fruttati, ingentiliti da una sottile speziatura e resi succosi da un bella freschezza, sono estremamente eclettici negli abbinamenti gastronomici.
Sono pertanto ideali compagni sia dei piatti tradizionali della zona d'origine, sia della più classica cucina all'italiana, sia delle moderne cucine fusion che accostano idee gastronomiche di diversa estrazione culturale, con forti influenze esotiche.
Il Chiaretto è perfetto come aperitivo o pre-dinner: in tavola, accompagna idealmente gli antipasti: salumi, antipasti di pesce o di verdure) abbinandosi perfettamente con i primi piatti di pasta (con condimenti di carne, di pesce o di verdure) e con i ravioli. Sta a meraviglia con la tipica cucina estiva all'italiana: ad esempio l’insalata caprese (mozzarella, pomodoro e basilico), il prosciutto e melone, l’insalata di riso, il carpaccio di carne. È eccellente con il pesce, sia di mare che di lago, sia cucinato (alla griglia, al forno, al sale, bollito) che crudo (carpaccio di pesce). Da provare con la paella, oppure con il sauté di vongole, o ancora con i crostacei (gamberoni alla griglia). Si adatta molto bene alla cucina orientale, anche speziata, ed è compagno ideale per il sushi. Un curioso abbinamento è quello con i piatti a base di tartufo nero estivo (scorzone).
Il Bardolino si abbina perfettamente con la classica cucina all’italiana, é ottimo con i primi piatti a base di paste di ogni tipologia (con condimenti di carne, di pesce, di verdure, di funghi), con i risotti, con i ravioli, il pasticcio di lasagne. Altro interessante abbinamento è quello con le zuppe di legumi, e in particolare con la pasta e fagioli Veneta. Si sposa con le carni d’aia alla griglia, le carni al forno, le carni in umido. Nella zona d'origine, è compagno del tradizionale bollito misto. Molto interessante l'abbinamento con piatti a base di castagne o a base di funghi.
Sul lago di Garda, il Bardolino si beve da sempre col pesce di lago: è eccellente ad esempio con il risotto con la tinca o con l’anguilla alla griglia. Tradizionalmente accompagna anche un tipico piatto Veneto a base di pesce:
polenta e baccalà (stoccafisso). Servito fresco, si accosta molto bene anche con il pesce di mare, soprattutto di grossa pezzatura, ma anche con le seppie in umido. Chi vuole osare, lo provi con la cucina esotica, orientale o maghrebina.
I vini della D.O.C. Bardolino sono ottenuti da storici vitigni autoctoni. Nell’uvaggio, la parte principale è giocata dalla Corvina Veronese, che per una piccola quantità può essere sostituita anche dalla varietà Corvinone. La Rondinella è ammessa dal 10 al 40%. Possono concorrere alla produzione, in quantità modeste (mai superiori al 10-15%), vitigni quali Molinara, Rossignola, Barbera, Sangiovese ed altri. La Corvina è il classico vitigno autoctono della Valpolicella e del Bardolino. Non si conoscono le sue origini, che sono comunque antiche: le prime notizie sulla sua coltivazione in Valpolicella risalgono al 1824 ad opera del Pollini. La Corvina veronese è una varietà a germogliamento medio e maturazione medio-tardiva, di buona vigoria e costante produttività legata ad un’apprezzabile fertilità delle gemme e ad un peso medio del grappolo abbastanza consistente. Resiste senza particolari difficoltà al freddo invernale; è sensibile alla peronospora, botrite, oidio e marciume acido. Predilige potature lunghe nelle diverse forme di allevamento. Se vinificata in purezza, la Corvina dà un vino di colore rosso rubino abbastanza intenso con riflessi violacei e profumi freschi, abbastanza corposo e dal sapore leggermente tannico acidulo. Sconosciuta l’origine del Corvinone, sempre confuso con la Corvina veronese grossa fino al 1993, anno della sua iscrizione al Registro delle varietà. Per le caratteristiche fenologiche il Corvinone non si differenzia sostanzialmente dalla Corvina; è, infatti, un vitigno a germogliamento medio e a maturazione medio-tardiva. È dotato di elevata vigoria, per cui predilige forme di allevamento espanse; presenta una buona produttività dovuta al grappolo di grandi dimensioni ed alla buona fertilità delle gemme. È sensibile al disseccamento del rachide, botrite, marciume acido e in particolar modo alla peronospora. La Rondinella è diffusa nelle zone del Valpolicella e del Bardolino dove entra negli uvaggi dei rispettivi vini a D.O.C. e D.O.C.G.. Di origine sconosciuta, è probabilmente arrivata nel Veronese nel XIX secolo. Il nome pare derivi dal colore della bacca che assomiglia alla livrea del piumaggio delle rondini. È un vitigno vigoroso, di germogliamento medio e maturazione medio-tardiva. La fertilità delle gemme piuttosto elevata, unita ad un peso del grappolo medio, garantisce produzioni abbondanti e costanti. Si adatta a diverse forme di allevamento espanse con potature preferibilmente medio-lunghe e ricche. Ha un’elevata tolleranza alle principali crittogame, ad eccezione del mal dell’esca. Buona la resistenza alla siccità e alla clorosi ferrica. Il vino che si ricava è meno robusto di quello della Corvina, con un colore rubino meno intenso, un profumo floreale leggermente vinoso e un sapore asciutto. La prima citazione della Molinara come vitigno coltivato nella bassa pianura veronese risale al Pollini (1824). Attualmente è allevato soprattutto nella zona del Garda e nelle aree moreniche limitrofe. L’epoca di germogliamento è pressoché media, medio-tardiva la maturazione. La fertilità delle gemme media ed un grappolo con peso medio-basso portano a produzioni di media entità. Di vigoria tendenzialmente elevata, predilige forme di allevamento espanse (pergola veronese). È molto sensibile agli eccessi di umidità ed alle carenze di potassio; buona la sua tolleranza a oidio, peronospora, meno a botrite e marciume acido. Il vino che si ricava da quest’uva presa in purezza è rosa pallido, abbastanza acido e alcolico insieme.
Colore: rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento;
Profumo: fruttato, speziato;
Sapore: asciutto, leggermente amarognolo, armonico, a volte caratterizzato da leggero sentore di legno;
Titolo alcolometrico vol. tot. min:: 12% vol.;
Abbinamenti: salumi, carni rosse, cacciagione leggera.
Colore: rosso rubino tendente a volte al cerasuolo che si trasforma in granato con l’invecchiamento;
Profumo: caratteristico con leggero profumo delicato;
Sapore: asciutto, sapido, leggermente amarognolo, armonico, sottile, talvolta leggermente frizzante vivace;
Titolo alcolometrico vol. tot. min:: 10,5% vol.;
Abbinamenti: vino da tutto pasto, in particolare carni bianche, cacciagione leggera.
Colore: rosa tendente al granato con l’invecchiamento;
Profumo: caratteristico fruttato con leggero profumo delicato;
Sapore: morbido, sapido, leggermente amarognolo, talvolta leggermente vivace;
Titolo alcolometrico vol. tot. min:: 10,5% vol.;
Abbinamenti: antipasti leggeri, pesce, pesce di lago, formaggi.
Colore: rosa tendente al granato con l’invecchiamento;
Profumo: vinoso caratteristico con leggero profumo delicato;
Sapore: morbido, sapido, leggermente acidulo;
Titolo alcolometrico vol. tot. min:: 11,5% vol.;
Abbinamenti: aperitivi, antipasti leggeri, pesce, anche di lago.
Colore: rosso rubino chiaro;
Profumo: caratteristico, intenso, fruttato;
Sapore: asciutto, morbido, sapido, leggermente acidulo fresco, talvolta leggermente frizzante vivace;
Titolo alcolometrico vol. tot. min:: 11% vol.;
Abbinamenti: risotti, carni bianche e rosse.